martedì 28 febbraio 2012

Asili nido romani a portata di mouse: dal 1 marzo le iscrizioni si fanno on-line

Questa notizia è tutta per la mia amica C. che da mesi mi chiede di aiutarla nella scelta del nido per il suo piccolo Emy. Eccoti accontentata. E visto che quelli del Comune sanno che sei super impegnata fra il lavoro, la casa da accudire (perchè la accudisci?), i giochi con pigotto e soprattutto il pancione che cresce...ecco dicevo, sai quelli del Comune di Roma che hanno fatto!? Hanno deciso che da quest'anno basterà un click per inviare l'iscrizione al proprio Municipio. Comodamente seduta alla tua scrivania, bloccherai i terminali e compilerai i moduli direttamente on line! Speriamo solo che il nostro municipio si adegui e non disattenda la notizia! Quindi niente file, niente sbattimenti. Certo ti perderai un pò del folklore delle mamme in fila all'ufficio nidi...ma non potrai proprio lamentarti. Per i particolari ti rimando direttamente al sito del Comune!  
Già ti vedo cara ami che ti emozioni con sei mesi di anticipo. Comprerai lo zainetto e tutto l'occorrente nell'attesa di vederlo scorrazzare in mezzo a mocciosi alti meno di un metro. Ti farai uscire la lacrima la prima volta che lo lascerai e ti implorerà col suo ossessivo e piagnucolante "maammmaaa" ma poi imparerà che al nido ci si diverte (o almeno così dovrebbe essere) e allora non ti filerà più e sarai tu che lo saluterai in maniera ossessiva più e più volte e richiamerai la sua attenzione. Io lo faccio ancora tutte le mattine con quel ragazzetto di quasi 5 anni. Lo chiamo quando sono sulla porta e lui è già lì che gioca, che inventa e che abbraccia i suoi amici. Lo chiamo e lui torna indietro per un altro bacio. 
Ringrazio Jessica per avermi segnalato la notizia. E al suo articolo vi rimando.

lunedì 27 febbraio 2012

Cupcakes "Viola"

Avevo voglia di fare dei cupcakes per la colazione dei miei cuccioli. Poi, attraverso la pagina facebook delle ThinkSugar ho scoperto che la mia amica del liceo Valentina sarà mamma in primavera e la piccola si chiamerà Viola. Amo questo nome anche se non ha mai fatto parte della mia lista. Se in questo momento dovessi scegliere un nome, ma sia ben chiaro che è solo un'ipotesi [due nani pasticcioni mi bastano e avanzano] mi piacerebbe Viola da femminuccia e Leone da maschietto. Ecco. l'ho detto. 
Ma non andiamo fuori dal seminato. Che poi rischio pure di essere equivoca e di innescare la reazione a catena aòmachevuoifareilterzo? Parlavamo di cupcakes e della mia amica che presto sarà mamma. Che emozione! Potremmo organizzare un bel babyshower! Così ho pensato di personalizzare i dolcetti ispirandomi alla piccola che nuota beata nel pancione di Valentina. Eccoli qui ve li faccio vedere e naturalmente allego la ricetta. E la ricetta è una di quelle buonissime perchè è quella che usa la mia cake designer preferita, Letizia Grella. Con lei ho avuto il piacere di muovere i primi passi nel mondo della sugar art. E' stata lei infatti a realizzare la meravigliosa torta del battesimo della mia piccola principessa e con lei ho imparato a fare deliziosi biscotti e cupcakes decorati in pasta di zucchero. 

ECCO la DOSE  PERFETTA per REALIZZARE 12 CUPCAKES 

115 gr di burro
130 gr zucchero
210 gr farina
3 uova
scorza limone
1 cucchiaino e mezzo di lievito
un pizzico di sale
60 ml di latte
Semi di papavero

Battere fino a far diventare crema il burro e lo zucchero. Aggiungere una alla volta le uova e poi la scorza del limone precedentemente grattuggiata. Setacciate le altre polveri (farina e lievito e pizzico sale) e aggiungetele al composto alternandole con il latte in tre volte. Per ultimi aggiungete i semi di papavero. Io faccio a occhio. Un cucchiaio va bene. Inserite il composto nei pirottini (io seguendo l'ottimo metodo di Letizia Grella uso una sac a poche perchè il composto è molto denso) e infornate a 165/170 gradi per 15-20 minuti. Per la decorazione non ho fatto altro che montare un pò di panna. Ho aggiunto una punta di colorante alimentare viola e l'ho messa sul cupcake con la sac a poche. Per il tocco finale: Smarties colorate. Per un pizzico di eleganza in più, invece, granella di cioccolata argentata. 


venerdì 24 febbraio 2012

Pannolino? No, grazie. Odile&Zoe ci raccontano lo "spannolinamento" precoce

"No vabbè lo so che non si fa, che non ci si vanta dei propri figli...ma io sono troppo fiera di questa cuccioletta mia. Da un mesetto mi dice "mamma pipì" e io non la calcolo mai (tanto ha il pannolino), poi anche oggi insistente: "Mammaaaa, pipì...pipì". E allora ho tirato fuori sto benedetto vasetto, ho fatto la vaga e lei tutta fiera: "mamma pipì" (battendosi le mani). GONGOLO (e magari dopo di ciò la pipì da sola la rifarà a 3 anni!)".
Così scrivevo sulla bacheca del mio profilo facebook il 19 gennaio scorso, scatenando i commenti delle mamme che avevano "spannolinato" precocemente i propri figli, e che mi invitavano a incentivare l'uso del vasino per la mia cucciola di 22 mesi. E' stato allora che ho scoperto che esistono bambini che a sei mesi (dico proprio 6) già sono in grado di fare pipì e pupù sul vasetto. Non ci credete? Guardate un pò questa foto: questa bimbetta che fa la cacca sul water è la Zoe, figlia di Odile di Offina Mumtrioska di cui già vi ho parlato tempo fa un questo post. Tanto per dovere di cronaca, da quel benedetto giorno in cui mia figlia ha deciso di farmi il regalino nel vasino, ho provato a riproporle di giocare un pò a stare senza pannolino, a fare la pipì sul water col riduttore, ma nulla. Ha capito che non si trattava di un gioco e si è attaccata ancora di più al pannolino. Per di più ora ha anche smesso di avvertirmi con i suoi "mammaaaaaaaa, pipì. mammaaaaaaaa caccaaaaaaaa". Per il momento ho lasciato perdere. Beatrice farà due anni fra un mese e lo festeggerà col pannolino. Magari riproveremo con l'arrivo della primavera. Però, ho deciso di farmi raccontare la bellissima esperienza della mia amica Odile e delle bellissima Zoe.
"Non voglio trattare l’argomento in modo generico, perchè è probabilmente ne nascerebbero discussioni e perplessità, ma voglio raccontarvi la nostra esperienza, il nostro percorso sereno verso l’addio al pannolinoMi hanno da sempre affascinato molto i racconti di mia mamma quando mi spiegava il mio spannolinamento: a 9 mesi non avevo più il pannolino. Da questo esempio son partita verso lo spannolinamento di mia figlia. La nostra avventura è stata serena e molto soddisfacente! Ho avuto la fortuna di avere una bambina partecipe, e probabilmente facile da interpretare, o forse sono stata anche fortunata (di aver avuto la possibilità di seguirla e di osservarla) e un pochino “brava” nel capire i momenti giusti e di interpretare i suoi comportamenti. La cosa fondamentale per poter avvicinarsi allo spannolinamento precoce è la serenità con la quale si ha l’intenzione di adottare questo metodo, e soprattutto avere tempo e voglia: bisogna osservare, essere ottimisti ed essere coerenti. Da quando ha sei mesi la Zoe fa la cacca nel water: ho iniziato ad osservare i cambi del pannolino, e vedevo che più o meno gli orari erano gli stessi, in base anche alle poppate al seno che faceva (ho allattato esclusivamente al seno fino ai 6 mesi e mezzo, per poi avvicinarci all’Autosvezzamento). Appena vedevo che iniziava a spingere correvo in bagno, via il pannolino, la mettevo seduta sul wc e lei finalmente si sentiva libera e la faceva. Per l’occasione avevo pure inventato una canzoncina, che accompagnava sempre le nostre sedute... un inno alla cacca nel water. Da quei giorni, cosi impegnativi ho smesso di cambiare pannolini di pupù. e in effetti mi fa un senso oggi quando vado a casa di amiche che hanno i bimbi coetanei con la Zoe e fanno la cacca nel pannolino! Il discorso pipì è stato un attimino diverso, nel senso che ci è voluto qualche tempo in più. Ogni tot di tempo, le dicevo: “Andiamo a fare pipi dai!”, quindi la mettevo seduta e la faceva. Aveva il pannolino per sicurezza, lo usavamo come fosse una mutandina, ma lo trovavo sempre asciutto. E’ stato durante un ricovero in ospedale, a 21 mesi, per polmonite e gastroenterite, con la flebo attaccata e scariche ogni ora che le ho tolto definitivamente il pannolino (e pure la tetta). Anche in quella situazione, seppur con la febbre alta mi chiedeva sempre il vasino. E’ stato un bellissimo percorso il nostro, impegnativo di certo, ma lo rifarei mille volte!!

A settembre iniziera’ la materna e mi fa sorridere il fatto di come ero in paranoia per lo spannolinamento del primogenito che doveva assolutamente togliere il pannolino prima che iniziasse la materna, e quanto invece sono serena e felice con lei, che non ha nè pannolino, nè ciuccio e mangia da sola tutto ciò che ha davanti!!

Di essere mamme non si smette mai di imparare!".


E voi? Avete spannolinato precocemente i vostri bambini? 

martedì 21 febbraio 2012

Il tutorial di Bimb@home Bijoux: una dollina in Fimo


Voglio presentarvi due sorelle, una bionda e una mora, una sposata e mamma di un bimbo di un anno e mezzo e l'altra felicemente fidanzata ma ancora allergica al matrimonio. Si chiamano Tiziana e Valentina e insieme a loro ho partecipato al bellissimo evento "Floral, Cake, Bijoux"  organizzato dal mio amico e hair Stylist Stefano D'Alisera. Oggi approdano su Thinksugar.it con un simpaticissimo tutorial! Continuate a leggere per sapere di cosa si tratta...  

"Ricordate quando da bambine pasticciavamo con il das e il pongo? Beh da grandi possiamo continuare a farlo e magari crearci un hobby remunerativo o anche solo un modo per passare il tempo creando oggetti personalizzati. Tutto ciò è possibile grazie alle paste polimeriche. Non sono altro che panetti di paste sintetiche ( si trovano in commercio vari marchi come Fimo, Cernit, Kato, ecco) già colorati che lavorandoli con le mani si plasmano nelle forme che vogliamo e si assemblano per creare ciò che più ci piace: fiori, pupazzetti, animaletti, dolci e tante altre forme che prendono spunto dalla nostra fantasia. Una volta creati gli oggetti basta cuocerli in forno (o fornetto elettrico) a 130° per max 20 minuti per far sì che diventino duri come plastica; possiamo usarli per creare dei bijoux, o delle bomboniere, o semplici statuine da tenere come soprammobile. Oggi voglio “mostrarvi” come creare una dollina (dal termine inglese “doll”: bambola) molto semplice ma deliziosa e pucciosa (termine molto in voga tra le creative di fimo). Cominciamo dal piano lavoro che deve essere super pulito, come base per lavorare il fimo io uso un banalissimo foglio di carta da forno, e come strumento ho un taglierino e un bulino per creare l’incavo degli occhi e poi stuzzicadenti a go-go.
Si comincia! Prendete una piccola quantità di fimo rosa carne (n.43) dal vostro panetto e cominciate con le mani a lavorare la pasta per scaldarla e quindi ammorbidirla. Quando la sentite morbida tra i vostri palmi datele una forma sferica e poi, ponendola sul vostro piano lavoro, appiattite leggermente la parte sopra, questo sarà il faccino della nostra bimba.

Ora con il fimo color nero create 2 palline identiche: minuscole da schiacciare sul faccino rosa in modo da creare gli occhi, e con due pezzetti fini di fimo fate le ciglia. Per completare gli occhietti manca solo di creare punti luce con due puntini di fimo bianco per ogni occhio. Devono essere proprio piccoli altrimenti si rovina l’effetto. Le prime volte,  sarà un pò difficile e quindi potete anche fare questi punti luce con un pennarello punta super fine tipo uniposca color bianco. Ora che il faccino è pronto passiamo al vestito. A voi la scelta del colore, io userò un colore pastello così da rendere romantica la mia dollina. 
Formiamo un triangolo spesso di fimo, poggiamolo sul piano lavoro e arrotondiamo ai bordi per far sì che la nostra 'dollina' non sia troppo piatta (ma questo va molto a gusto devo dire… poi ognuna personalizza il proprio stile in base a quello che le piace di più).
Lavoriamo il bordo inferiore del vestitino con uno stuzzicadenti, per farlo apparire più morbido e svolazzante e se vi va anche la trama del vestito la possiamo fare con uno stecchino a nostro piacimento.
Ora mancano i capelli: Io ho scelto di farli castani.  Per realizzare i capelli non si fa altro che creare strisce di fimo da applicare sulla testa come più ci piace. L'intento è quello di dare alla chioma movimento, proprio per donarle maggiore verosimilità. Infine per renderla pucciosa con due pezzetti color carne di forma ovale le mettiamo le manine poggiate sul viso dandole così un ‘espressione tenera'.


Ed ecco pronta la vostra dollina a cui basterà applicare un chiodo (per bijoux) per farne una dolce collana. Se volete vedere le nostre creazioni vi aspettiamo sulla  pagina fan di Facebook Bimb@homE bijoux.

lunedì 20 febbraio 2012

Twitter e il primo articolo di Jessica

Ieri Jessica, nipote prediletta della mia "compagna di torte" Angela, ha pubblicato il suo primo articolo su Controcampus.it il periodico di informazione universitaria. Sono tornata indietro agli anni del praticantato e dell'università e così, presa dalla felicità, ho deciso di condividere sul blog questo piccolo traguardo. Il pezzo parla di Twitter e dei social network, di come si modificano i rapporti umani e le interazioni tra gli individui, di come si modifica la politica e la vita di tutti i giorni. Figuratevi che io e Angela ci siamo divertite a seguire il Festival di Sanremo su Facebook e Twitter! Tutto sta cambiando nella società a colpi di Tweet (cinguettii). 


Ma vi lascio alla lettura dell'articolo:

"Era il luglio del 2006 quando venne lanciato senza la pretesa di cambiare il mondo della comunicazione. A distanza di soli sei anni oltre 100 milioni di persone al mondo usano Twitter: il più diffuso servizio di microblogging al mondo che vanta aggiornamenti tramite programmi di messaggistica istantanea. L’idea di dar vita ad un tale servizio di rete, nacque dall’acuta osservazione di Jack Dorsey (padre di Twitter), del modo di interagire  tra taxi, ambulanze e auto della polizia come riferisce egli stesso in un’intervista rilasciata per il Corriere della Sera".
Continua a leggere...

giovedì 16 febbraio 2012

Le vostre ricette: la Torta di Carote della piccola Emma

Come promesso sulla nostra pagina facebook oggi pubblichiamo la vostra ricetta. Quella che amate fare per la merenda dei vostri cuccioli, con i vostri nanetti! Questa che vi presentiamo questa mattina di febbraio, è una TORTA DI CAROTE "semplice e poco sofisticata e che piace tanto ai bimbi" come ci assicura Francesca, mamma di Emma, (che vedete nella foto qui sotto con corona e ali)
Andrà bene per l'ora del tè se  organizzate una festicciola di carnevale visto che oggi è giovedi grasso, ma anche per la colazione. Ecco come realizzarla. 

 
Ingredienti:
 
400 grammi di carote
250 grammi di zucchero
3 uova 
300 grammi di farina
1 bustina di lievito
1/2 bicchiere di olio (io uso quello di soia biologico)
1/2 bicchiere di yogurt
latte q.b.
sale un pizzico

 

Si grattano 400 gr di carote, [io uso la grattugia per fare alla julienne], Emma ne ha mangiate un bel pò, quindi alla fine credo di aver usato 350 grammi di carote, più o meno. Mischiate bene le uova con lo zucchero, fino a quando il composto non diventa spumoso. Aggiungete prima l'olio e poi lo yogurt, mischiando benissimo.
Mettete il lievito e un pizzico di sale nella farina che va setacciata, miscelare bene fin quando il composto non diventa omogeneo e alla fine, se è troppo duro, si aggiunge un goccio di latte. A questo punto si incorporano le carote, mescolando energicamente. Poi si versa il tutto in uno stampo per torte foderato di carta forno. Il tempo di cottura è variabile dai 25 ai 30 minuti, con il forno a 180° la torta resta morbidissima, è davvero squisita! Una volta raffreddata spolverizzate con lo zucchero a velo...et voilà!
Una piccola precisazione sulla foto: le ditate sulla torta sono di Emma che voleva assaggiare lo "ZUCCOLO"... del resto mi ha aiutata lei e se lo è meritato!




venerdì 10 febbraio 2012

Moscardelli - Tobia: un amore da serieA


Fra le caratteristiche del segno del Sagittario, la più spiccata, quella che più mi rappresenta è la volontà di non rinunciare mai al sogno. Come tanti dei sagittari io sono una sognatrice e mi appassiono alle storie che sembrano un po’ delle favole: ecco perché ho deciso di raccontarvi la storia di Davide Moscardelli e Guendalina Tobia. Davide, classe 1980, di mestiere fa il calciatore. Guenda, che non fa la velina, da poco più di due mesi è la signora Moscardelli e si gode i mesi di maternità. Fra pochissimi giorni sarà mamma per la prima volta di un maschietto, Francesco.
A Davide Moscardelli giocatore sono particolarmente affezionata. L’attaccante, mancino e dotato di una straordinaria potenza fisica, ha debuttato nel 1997 nel Maccarese, nel 2001 è passato al Guidonia (campionato Eccellenza della regione laziale) e nel 2002 è arrivato in C2 con la Sangiovannese. Il salto, in serie B, nel 2003 quando si trasferisce a Trieste per vestire la maglia della Triestina.
E arrivo al punto. I gol di Davide nel biennio di Trieste li ricordo benissimo. Lavoravo da poco in una redazione sportiva, e puntualmente i miei cari colleghi mi mollavano il sabato pomeriggio a seguire la diretta della serie B. Io non protestavo, anzi, mi appassionai moltissimo alla serie cadetta. Quel ragazzone dai capelli lunghi, che conoscevo di vista, ogni volta che faceva gonfiare la rete mi provocava tanta soddisfazione. Davide Moscardelli, cresciuto nel mio stesso quartiere, era un piccolo orgoglio. E io esultavo rumorosamente, disquisivo sulle possibilità che poteva avere il ragazzo di arrivare in serie A, quasi fosse una mia speranza.


Chiudo la parentesi. E salto qualche anno. Davide in serie A alla fine c’è arrivato. Un po’ tardi, dopo molte trattative sfumate. Ma come si dice, meglio tardi che mai. Ad agosto 2010 ufficializzato il suo passaggio al Chievo Verona, Davide Moscardelli, nato a Mons in Belgio 30 anni prima, sale sulla giostra del calcio, quello vero, quello che conta. E al suo fianco in questo momento di svolta c'è Guenda (per gli amici semplicemente Gwen) una biondina tutto pepe che conosce da sempre, una ragazza del quartiere dove è cresciuto e dove tutti fanno il tifo per lui.
Per me, che amo il calcio e credo nelle favole, la loro storia ha un qualcosa di magico. In un momento così importante della vita, raggiunto un traguardo che ti cambia la vita, Davide ha avuto accanto a sé l’amore. Un amore semplice che è diventato grande il 5 dicembre 2011 (rigorosamente di lunedi) dopo il turno di campionato, Davide e Guendalina hanno detto "Sì" nella casa di Giulietta a Verona.
“Se sto vivendo una favola?  Gli ormoni di stamattina mi dicono che la favola la lascerò per mio figlio. Capisco che per molte donne il miracolo della vita è un sogno ad occhi aperti ma io sono un po’ più razionale e penso piuttosto a dove e come dovremo crescerlo. Sto vivendo un'esperienza diversa e affascinante. Ho sempre desiderato una famiglia e con Davide stiamo piano piano realizzando tutto. Sono fortunata”. Guendalina Tobia, romana (e romanista) laureata, un posto da impiegata, da mesi fa la spola fra Roma e Verona col pancione e ormai la data del parto è imminente. In maternità, ha deciso di passare gli ultimi mesi di gestazione lontana dalla famiglia ma vicino al suo Davide. “Quando l’ho conosciuto ero addirittura più alta di lui – mi confessa -. Credo fosse il ’92 ma dovrei chiedere a mia cognata che si ricorda meglio di me. Ho sempre seguito Davide calcisticamente ma le nostre vite sono sempre state emotivamente separate. Cinque anni fa, d’estate, è scoccata una scintilla che ha modificato il corso delle cose. Ed è stata una sensazione davvero strana sia per noi che per i nostri amici che ci vedevano insieme. Quello per Davide è un amore che mi ha cambiato la vita. Vivere distanti? Dico che non è una cosa che riesce a tutte le coppie!”.
Grazie alla maternità Guendalina ha potuto passare più tempo con Davide. E Verona è una città incantevole e perfetta per due innamorati. “Non volevo affrontare da sola questa esperienza così bella e importante della nostra vita – ammette Guendalina -. Ora che sono qui mi riposo, passeggio…e poi ancora riposo visto che sono abbastanza ingombrante! Il bello di Verona è che la serenità che ti trasmette: è una città a misura d'uomo. Non uso la macchina da ottobre e le giornate sembrano di 30 ore, ma non perché mi annoio ma perché si riescono a fare tante cose in un giorno e senza macchina”.
Il matrimonio era previsto per giugno 2012 a Roma. Poi, un dolce imprevisto ha cambiato i piani. “Avevamo già prenotato tutto – mi racconta -.  Avevo fatto la lista di nozze, i tavoli e avevo iniziato a guardare abito e bomboniere. E poi eccolo! Il test che  ha stravolto tutto. Davide l' ha saputo dopo 15 giorni, era in ritiro. Ebbene sì, sono riuscita a tenermi questa notiziona per due lunghe settimane. E così abbiamo deciso di rimandare il matrimonio a data da destinarsi, ma poi, superati i primi tre mesi e trasferendomi a Verona ci siamo detti che non c'era città migliore che questa per fare un matrimonio intimo e romantico”E tutto è riuscito alla perfezione: il SÌ a “La Casa di Giulietta” con annesso servizio fotografico sul balcone, pranzo presso un ristorante a 200 metri dalla Casa, e l'albergo degli ospiti rigorosamente in centro. “Il matrimonio a Roma? L’abbiamo solo rimandato a quando Francesco camminerà per portarci le fedi e potrà rimanere con i nonni durante la festa”. 
Cosa si prova, di colpo, ad essere proiettati sotto i riflettori. Anche se Verona è una “piazza” (calcisticamente parlando) tranquilla è inutile negare che la popolarità ti cambia la vita. “Verona è una città di provincia – sottolinea la quasi mamma -. Ma nonostante l’apparente tranquillità la gente parla, si informa e tutti sanno un po’ di tutti al di là delle prestazioni sportive e io me ne tengo rigorosamente fuori. Insomma – ammette - ascolto perché è inevitabile, ma sinceramente non trovo meraviglia o curiosità. Io e Davide siamo abbastanza riservati, ovviamente lui viene riconosciuto e fermato ed io il più delle volte sono quella che scatta la foto! E se non la faccio bene vengo anche redarguita da lui. Però devo dire che ci capita più spesso in altre città come Roma, Milano, addirittura un barese a New York ed un brasiliano a Monaco di Baviera. E ovviamente non può che farci piacere”.
Ma veniamo alla notizia più bella di questa storia. Mancano ormai pochissimi giorni e Davide e Guendalina saranno per la prima volta papà e mamma. A scalciare nel pancione di Guenda c’è Francesco. Chissà se riprenderà il micidiale colpo mancino del papà?
“Come ho vissuto la gravidanza? Credo nel modo giusto: inizialmente ho avuto le insicurezze che si provano quando ti succede una cosa nuova così importante oltretutto senza il tuo compagno vicino. Avere fiducia nella mia ginecologa è stato fondamentale. Anzi, direi proprio che il consiglio che mi sento di dare a chi affronta per la prima volta un’esperienza così totalizzante è di avere fiducia e stima nel proprio medico perché ogni gravidanza è una storia diversa. Se non mi fossi fidata avrei cambiato. Le amiche? Le ho ascoltate ma  non mi sono lasciata assalire dai loro dubbi o esperienze”.
Molte mamme oggi passano la gravidanza consultando internet e forum di altre future mamme. Ma non è stato il caso della signora Moscardelli preoccupata più di percorrere chilometri insieme al Chievo e al suo bomber che di trastullarsi in disquisizioni su ecografie e visite. “Sono sincera – racconta Gwen -, non mi sono lasciata tentare da internet specie su informazioni mediche o diagnosi. L'ho fatto una volta e me ne sono pentita. Purtroppo non possiamo controllare tutto quello che succede là dentro, il mistero della vita è anche questo. Io ho cercato di essere serena, dicono che la felicità della mamma si trasmetta al feto e io spero di avergliene data tanta. Questo è un momento davvero magico della mia vita. Però - ammette -, mi sono lasciata tentare dai forum sugli accessori per i bambini, c'è una scelta così vasta da poterci perdere intere giornate. Grazie ai preziosi suggerimenti di altre mamme ho scelto il passeggino per Francesco”. 

Ormai tutto è pronto. Il pancione di Gwen è sempre più grande, la carrozzina è montata e i vestitini lavati. La curiosità aumenta: a chi somiglierà questo piccolino in arrivo? Erediterà il sinistro micidiale di papà? 
Lo stadio questa volta però è vuoto. Non ci sono cori e sciarpette al collo. Una nuova partita, quella più importante di tutta la vita, sta per iniziare. Vi auguro di essere degli ottimi genitori per Francesco, che crescerà sereno a Roma ma anche  in qualsiasi altra città che accoglierà Davide, il nostro bomber. 




giovedì 2 febbraio 2012

La pasta di zucchero fatta in casa

Sulla nostra pagina facebook (ricordate sempre di venirci a trovare!) spesso ci avete chiesto la ricetta della pasta di zucchero. Ecco quella che usiamo noi. Angela, che non smette mai di cercare e provare nuovi impasti frequentando il forum del sito di Cookaround, un anno fa si è imbattuta in questa ricetta e anche se oggi usiamo la pdz già pronta (anche perchè non solo è più pratica ma si lavora anche meglio) questi sono gli ingredienti e le dosi per provare a farla in casa.


450 gr di zucchero a velo
70 gr di miele (millefiori) 
30 ml di acqua
6 gr di gelatina in fogli
16 gr di burro
8 gr di glicerina 

(La glicerina è facoltativa, serve solo a rendere la pdz più brillante, si trova in tutti i negozi ben forniti rivenditori Wilton o anche in farmacia);

Procedimento:
Versare lo zucchero nel robot o se non si ha in un mixer o ciotola e far girare per sciogliere i grumi. Mettere la gelatina nei 30 gr di acqua e quando si sarà ammorbidita mettere il pentolino a bagnomaria e farla sciogliere (ma non bollire), Aggiungere il miele, il burro e se si ha la glicerina. Mescolare il tutto senza far bollire fino a quando gli ingredienti saranno ben amalgamati. Versare il liquido ottenuto a filo nel robot e far girare fino a quando non si formerà una palla (quasi subito). Versare un pò di zucchero a velo sulla spianatoia e mettere l'impasto, Se quest'ultimo risulta troppo morbido aggiungere gradualmente altro zucchero a velo fino a quando avrà raggiunto la giusta consistenza. 
Avvolgere per bene in pellicola se non si usa subito perchè tende a seccare.
Spero di essere stata abbastanza chiara, per ogni chiarimento siamo qui!
E già che ci siamo, questa è la nostra ultima fatica, la torta di Trilly per il sesto compleanno di Dana.